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Tre regole per creare una pratica costante

May 19, 2021

“Ram, non riesco a trovare il tempo per meditare tutti i giorni” 

“Vorrei praticare gli esercizi regolarmente ma non riesco a essere costante”

“Non riesco a mantenere una pratica costante perché sono vittima di troppe distrazioni”

Da quando insegno Kundalini Yoga, quindi da di 23 anni, sento pronunciare queste frasi praticamente ogni giorno, e non mi riferisco solo alle persone che hanno appena iniziato ad accostarsi alle pratiche di yoga. La mancanza di costanza è un problema che non risparmia nessuno: dai praticanti esperti agli insegnanti, tutti prima o poi si imbattono in questo ostacolo. 

La buona notizia è che esistono alcune scorciatoie per riprogrammare il nostro cervello in modo che questo ci sostenga nella creazione di una pratica di yoga e meditazione costante e quotidiana. 

Si tratta di 3 regole che ho messo a punto in questi anni, sperimentandone l’efficacia sia a livello personale, sia raccogliendo i feedback dei tanti studenti che ho supportato nella pratica yogica. Sono idee che ritengo preziosissime perché possono essere applicate anche a tutti gli aspetti della vita, ogni qualvolta desideriamo creare un’abitudine consistente nel tempo.

  1. Avere una motivazione chiara 

Quando vi approcciate a un set di esercizi o a una meditazione date al vostro cervello una motivazione chiara per farlo e scrivetela. 

Vi saranno sufficienti pochi minuti: scrivete cosa volete ottenere (ad esempio: più energia, maggiore concentrazione, stabilità emotiva, un aspetto della salute che volete migliorare, ecc.) accompagnando a questa descrizione due e tre motivi per cui quella determinata cosa è importante per voi. 

Più la motivazione sarà chiara e specifica, più evocherà in voi un senso di entusiasmo e di importanza, tanto più il vostro cervello elencherà tra le sue priorità la necessità di creare una nuova abitudine.  

  1. Scomporre la pratica fino al ridicolo 

Ed eccoci a un punto che spesso sfugge anche ai più esperti: scomporre al ridicolo

Per comprendere meglio questo aspetto è necessario partire da un assunto: se non riusciamo a mettere in atto una pratica regolare ed efficace, è perché in noi risiedono delle resistenze, consce o inconsce (ad esempio la paura di fallire, il timore di provare fastidio o disagio fisico, ecc.). 

Scomporre al ridicolo vuol dire quindi abbassare il livello di resistenza, facendo credere al cervello che la pratica sia un elemento leggero, facile e divertente.

Come? Ecco un esempio pratico: se il vostro obiettivo è praticare una meditazione per 11 o 31 minuti al giorno, oppure volete praticare un set quotidiano di mezz’ora, iniziate a farlo per il tempo che potete, oppure fermatevi e immaginate di farlo, concentrandovi sulla visualizzazione. 

5 minuti al giorno vi sembrano troppi? Trattatevi con indulgenza e provate con 1 minuto addirittura con  30 secondi. Forse può sembrare ridicolo (in realtà deve essere così!), ma vi assicuro - e questo è scientificamente provato - che questo approccio giocoso evocherà una sensazione di sollievo e diventerà facile per voi portare avanti questa abitudine. 

  1. Concedetevi un ampio range di flessibilità 

L’altra regola fondamentale è non essere troppo duri con se stessi e quindi concedersi un ampio range di flessibilità. 

Mi rendo conto che questo è un aspetto vago da comprendere poiché è difficile stabilire in termini misurabili quanto essere flessibili o meno con voi stessi. Vi basti tener conto che il giusto sta nel mezzo e, se avete difficoltà a mantenere una pratica regolare, ma avete una buona motivazione per farlo, concedetevi di sperimentare, di giocare con voi stessi nella creazione di questa nuova abitudine. Fatelo con leggerezza, anche se siete spinti da una necessità seria e pressante, e cercate di mantenervi in questo status più rilassato per un periodo di tempo abbastanza protratto.  

Dal ventunesimo giorno in poi il vostro cervello inizierà a creare nuovi collegamenti neurali  - non ancora forti per darvi un’abitudine disciplinare importante - ma in grado di sostenere un’ abitudine nascente, fondata sull’azione e sull’appagamento. 

Andrete via via a ridisegnare il vostro approccio rendendolo positivo ed entusiasta, fino a scardinare quelle resistenze iniziali che vi hanno impedito di portare avanti la vostra pratica.  

Mettere in pratica queste tre idee può fare davvero la differenza, ma se sentite la necessità di un supporto dal vivo che vi aiuti a orientarvi, a scegliere la vostra pratica, ad acquisire un know-how tecnico più dettagliato, vi invito a iscrivervi al periodo di prova di Meditation Mastery, la nostra membership dedicata allo studio e alla pratica del Kundalini Yoga.  

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